Russ Lossing

Jazz Pianist - Composer

 

Phrase 6 and All Things Arise

Pubblicato: 08-03-2007

Vincenzo Roggero

stampa  

email  

Russ Lossing non suona “alla maniera di ..”, perché il suo stile è assolutamente personale, decisamente borderline rispetto ai classici riferimenti presenti nel bagaglio tecnico ed esperienziale di qualsiasi musicista. Da una parte vi è una solida formazione accademica, dall’altra la frequentazione dell’area creativa del jazz con musicisti quali Paul Motian, Michael Formanek e Matt Maneri, ed il risultato è la figura di un pianista e compositore atipico, voce tra le più interessanti e singolari dell’attuale panorama jazzistico. Phrase 6 e All the Things Arise rappresentano una sorta di stato dell’arte pianistica nella musica improvvisata secondo Russ Lossing, declinata nelle sue forme canoniche del trio e del piano solo.

Russ Lossing

Phrase 6

Fresh Sound

(2006)

Valutazione: 4 stelle

Phrase 6 vede all’opera il pianista accompagnato per la prima volta da John Hebert al basso e Jeff Williams alla batteria, dopo i precedenti dischi incisi con Paul Motian e Ed Schuller. Il cambio di formazione va visto nel senso di un definitiva consapevolezza della propria maturità espressiva, non più in soggezione rispetto alla personalità di mostri sacri della musica improvvisata.

E lungo le nove tracce dell’incisone si respira l’aria di una profonda libertà improvvisativa consapevole e lucida, con i tre musicisti che si ascoltano, si rincorrono lungo sentieri ora paralleli ora convergenti, si abbandonano alle proprie fantasie per poi ritrovarsi. Le composizioni di Phrase 6 posseggono una dimensione astratta, la leggerezza e l’impalpabilità di certe nuvole estive, sembrano apparire dal nulla e nel nulla si dissolvono. Ma il disco si chiude, non a caso, con “Dexterity“ di Charlie Parker, come a rivendicare, comunque, l’imprescindibilità dalla tradizione afroamericana.

Russ Lossing

All Things Arise

Hatology

(2006)

Valutazione: 4 stelle

Importanza ancora più evidente nel piano solo All Things Arise, e sottolineata dalla struttura stessa dell’album equamente diviso tra composizioni originali, una suite in quattro parti, e capolavori di Ornette Coleman, Duke Ellington Sonny Rollins. È la forma l’interesse principale di Lossing in questa incisione; la forma che si genera dalla sua stessa assenza per quanto riguarda le composizioni originali, la forma definita, destrutturata e ricomposta, negli standards interpretati.

Nelle prime vi gioca un ruolo basilare il silenzio, che si insinua nella successione degli accordi plasmandone l’impalcatura sonora con un effetto di fisica intensità; affiorano qua e là in modo evidente gli studi sull’armonia nella musica del Ventesimo secolo ma attraverso il filtro di una sensibilità proiettata verso lo sviluppo di nuovi scenari.

Il procedimento di lavoro sugli standard è invece ben evidenziato dalle due interpretazioni di “Azure“: nella versione n°1 Lossing crea una specie di vuoto pneumatico ricco di pause e di tensione per arrivare al fine del brano a svelare completamente la delicata linea melodica della composizione di Ellington. Nella seconda riprende il discorso lasciato come sospeso dalla precedente per valorizzarne la componente ritmica, attraverso un movimento continuo della mano sinistra, mentre con la destra si produce in sofisticate variazioni della linea melodica.

Sofisticato ed intenso.

Elenco dei brani:



 
press.html